Un futuro ricco di tradizioni.
La festa di San Martino è un patrimonio prezioso per la comunità di Fanna. È fondamentale mantenerla viva, trasmettendola alle nuove generazioni, perché rappresenta un ponte tra passato e futuro, un legame indissolubile con le proprie origini.
San Martino, il santo più conosciuto
Informazioni e curiosità
Ecco di nuovo il tepore dell’estatella di San Martino, nella cornice dei fenomeni naturali.
È stato San Martino, con il suo atto di generosità (ha diviso il suo mantello per darne la metà a un povero infreddolito che poi è risultato essere Gesù). Ma non è questo il solo fatto particolare. Si narra, inoltre, che il Santo perse l’asino mentre era in cammino e, alcuni bambini, con la loro lanterna, lo ritrovarono. Per ricompensarli, San Martino trasformò lo sterco dell’asino, in gustosi dolci. Da qui, nasce la tradizione, in vari luoghi del Friuli e altrove, dove i bambini bussano alla porta delle case, chiedendo qualche leccornia.
In Germania, dove il più gran numero delle chiese è intitolato a San Martino, ci sono delle bellissime iniziative per celebrarlo degnamente. Nei paesi circondati da colline, si fanno processioni propiziatorie e di ringraziamento di probabile matrice celtica. Tutti gli alunni delle scuole, con lampade addobbate singolarmente con nastri, stoffe, disegni e poesie, attraversano trasversalmente le colline su sentieri ben tracciati e ben tenuti. Si innesta anche la simbologia stagionale per la quale, la luce che si perde poco a poco starebbe a indicare l’addentrarsi nelle tenebre dell’inverno.
Ma l’undici novembre era, da sempre, il giorno della resa dei conti, per cui bisognava saldare l’affitto delle case e dei campi e, anche quelli che dovevano liberare le case, dovevano assolutamente farlo entro il giorno di San Martino.
Nei tempi lontani, a Fanna, per festeggiare San Martino, l’unico aspetto diverso dal solito, era dato da due tre bancarelle che vendevano colatz: ciambelle dolci dal costo che andava dai 15 ai 25 centesimi.
Qualche volta si faceva la cuccagna con alcuni volenterosi che si arrampicavano, a fatica, lungo un palo scivoloso (unto con il grasso di maiale) tra le grida esortanti dei presenti. I più valorosi raggiungevano la cima e staccavano il regalo: una forma di formaggio (piccola), un fiasco di buon vino, qualche salame, una gallina.
In Alto Adige, San Martino è uno dei patroni che si ritrovano più spesso, come si vede anche dai nomi di numerosi paesi: San Martino di Castrozza, San Martino di Passiria, San Martino in Badia.
Infine, San Martino è il patrono di numerose categorie di persone: degli albergatori, della fanteria, dei fabbricanti di botti, dei mendicanti, degli osti, dei sarti, dei martiri traditi, degli ubriachi.
Note biografiche
San Martino nacque in Pannonia l’attuale Ungheria presumibilmente nel 316-317 da genitori pagani. Il giorno 11 novembre è ricordato poiché corrisponde alla data del suo funerale. Il suo nome Martino deriva dal nome del dio pagano Marte, tradizionalmente dio della guerra. In quanto figlio di militare entrò nell’esercito imperiale. L’episodio noto a tutti del Mantello avvenuto durante una ronda cambiò completamente la sua vita, si convertì al cristianesimo e da catecumeno fu in seguito battezzato. Uomo di preghiera e di azione, percorreva personalmente i distretti abitati dai servi agricoltori facendo opera di evangelizzazione. È considerato uno dei grandi santi della Gallia. Nel 361 fondò a Ligugè la prima comunità di Asceti, primo monastero in Europa. In seguito divenne Vescovo, un Vescovo atipico rispetto alle abitudini cittadine dei prelati con alte cariche. San Martino morì l’8 novembre del 397 a Candes San Martin.
Molti artisti hanno raffigurato l’episodio del dono del suo mantello attraverso quadri, pale e affreschi. Qui è ricordato l’affresco di Simone Martini, esso è posto nella prima cappella a sinistra nella Basilica Inferiore di San Francesco in Assisi.
Nel giorno di San Martino, in Trentino Alto Adige cinque falò illuminano Predazzo, in una tradizione antichissima, visto che Martino è il Santo protettore di questo paese dell’oltradige.
In Alto Adige, a Cornaliano una tradizione da non perdere è quella del mercatino di San Martino, il più grande e antico della provincia di Bolzano.
Nonostante in Veneto ci siano ben quattro paesi che portano il nome del nostro Santo, in nessuno di essi ha luogo un particolare tipo di festeggiamento.
Ripensando alla popolarità di questo Santo ricordiamo che in Francia ci sono ben 1573 chiese a lui dedicate, 912 in Italia, 652 in Germania, 313 in Spagna, 234 in Belgio, 212 nel Regno Unito, 190 in Polonia, 153 in Austria, 145 in Boemia, 106 in Olanda e Ungheria, 104 in Slovenia solo per citare le nazioni europee a maggiore diffusione. 157 sono le chiese negli USA, 15 in Messico, 13 in Nuova Zelanda e giù scorrendo si arriva a 3 chiese nelle Filippine e 2 a Trinidad e Tobago.
Margherita e Federica
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San Martino biografia estesa


Nelle nostre terre, la figura di San Martino è particolarmente sentita. Con il suo gesto di carità, ha lasciato un segno nella storia. Fondatore del monachesimo occidentale, vescovo e evangelizzatore, ha dedicato la sua vita ai più bisognosi. La sua fama, legata a numerosi miracoli, lo ha reso un patrono dei contadini. Oggi, la sua figura continua a vivere nelle numerose testimonianze artistiche che lo ritraggono.